venerdì 7 ottobre 2011

deliri febbricitanti



Da piccola, quando mi ammalavo di influenza ed avevo la febbre alta (sopra i 38.5), oltre ai deliri e all'iperattività incontrollati che mi venivano, c'era un sogno ricorrente che facevo.
Sogno alla fine della quale... vomitavo. Nella realtà. Davvero!
E' molto tempo che non faccio quel sogno, ma le ultime volte che lo feci, sapendo già come andava a finire, in uno stato di dormiveglia mi avviavo dal letto al bagno.
Comunque, raccontiamo!

Sono in uno dei due bagni di casa mia. Non è esattamente come nella realtà: quello onirico è grande il triplo, con il soffitto altissimo, almeno 6-7 metri di altezza. Gli oggetti, come lavandino, bidet, water e doccia, sono disposti come nella realtà, tranne in fondo: dove dovrebbe stare la finestra, si allarga uno spiazzo quadrato, di pareti bianchissime, dove io mi dirigo. Lì giacciono due enormi oggetti, che sfiorano il soffitto, e che da piccola chiamavo "involtini di stoffa". Ancora non saprei come definirli: sono degli enormi stuzzicadenti messi a 45°, intorno ai quali sono avvolti delle stoffe colorate (quello a sinistra ha stoffe color magenta, quello a destra blu). Mi vedo dall'esterno: vedo me stessa accanto ai mastodontici involtini, in prospettiva, da molto lontano. La me che guardo sta osservando gli involtini, dalla base fino al soffitto. Poi, si gira ed esce dal bagno. Ora mi seguo più da vicino, come se fossi esattamente dietro la me onirica. Si ritrova nel corridoio di casa mia, come effettivamente dovrebbe è nella realtà, e gira a sinistra per andare in camera di mia madre. Lì è tutto esattamente come nella realtà: dalla porta, esattamente di fronte, c'è la tv e, alla destra di questa, c'è la cassettiera e, alla sinistra, l'armadio e infine la finestra; di fronte all'armadio c'è il letto matrimoniale. C'è soltanto un particolare in più: un filo sottilissimo d'acciaio le cui estremità sono una sulla cassettiera e l'altra alla finestra. Appena arrivata in camera di mamma, riprendo possesso del mio corpo e vedo il tutto dagli occhi della me onirica. Il mio sguardo è attratto da un luccichio (che mi permette di identificare il filo d'acciaio) all'inizio del filo. La luce corre sul filo ed io la seguo con lo sguardo. Appena arriva all'altra estremità (quella alla finestra)... puff! Mi sveglio.

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